Scandalo Facebook e Cambridge Analytica: è davvero uno scandalo? – Editoriale

Oggi parleremo di una cosa che sinceramente nemmeno io ho tanto capito; lo scandalo di Cambridge Analytica e Facebook. Quello che non comprendo è come sia tornato “di moda” questo argomento.

In pratica tutto nasce da una cosa molto strana. In pratica la Cambridge Analytica (Da ora la chiameremo per comodità “CA”), azienda dedicata a creare strategie di Marketing per grandi realtà (Donald Trump ne è un esempio ma anche per qualche cosa in Italia hanno collaborato) più centrate sui Social.

Il grave problema è che CA per farlo ha rubato centinaia e centinaia di dati di utenti nel mondo. La cosa che mi suona molto più strana è che queste cose già si sapevano l’anno scorso, quindi non ci dovrebbe essere bisogno di indagare ora.

Vi interessa come facevano? Benissimo, ve lo dirò. Prima però permettetemi di comunicarvi che è molto probabile che Facebook sapeva già di questa storia alcuni anni fa ma non ha fatto nulla. Ottimo, tornando alla vostra comprensibile domanda: Avete mai visto in un’App (ad esempio Spotify) la scritta “Accedi con Facebook”? Ecco. Grazie a quello, Facebook invia allo sviluppatore moltissimi tuoi dati e i dati dei tuoi amici. E voi mi direte “Fantastico! Cosa vuoi che mi succeda mai?“. Beh, se lo sviluppatore è interessato solo al denaro, poteva fare come hanno fatto molti developers: vendere i dati ad aziende che li usano per scopi pubblicitari, ad esempio, Cambridge Analytica.

I profili coinvolti sono 87 milioni in tutto il mondo e in Italia ce ne sono 200 mila coinvolti in tutto questo.

La mia opinione.

Personalmente quando sento queste parole:

la crescita è sempre giusta e quello che si realizza per la crescita di Facebook è giustificato. Tutto quello che ci permette di connettere più persone e più frequentemente è -di fatto- giusto

Da parte non dello spazzino ma del Vice presidente Facebook, Andrew Boswotrh. Questo era un commento riguardo una live Facebook dove un uomo si toglie la vita.

In pratica, quello che Andrew sta biasimando è che qualunque cosa, ma proprio qualunque, che serva ai fini della crescita di Facebook è autorizzata. Se ci pensate è incredibile quanto per loro siamo solo numeri. Quello che intendo io è che la gente se n’è accorta troppo tardi dunque ormai i nostri dati sono di proprietà di Facebook e Google che li pubblicizzano per farci più soldi. Uh, volete sapere che ne pensa Mark Zuckenberg riguardo la dichiarazione del suo vice? Sentiamo:

Non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi. Riconosciamo che il collegamento di persone non è abbastanza di per sè. Dobbiamo anche lavorare sulla genuinità delle connessioni. Boz è un leader di talento, che dice cose provocatorie. In questo caso molte persone, me compreso, si trovavano profondamente in disaccordo con quanto detto. Non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi. Abbiamo cambiato l’intera missione e il focus dell’azienda per riflettere questo cambiamento lo scorso anno.

Capite bene che qua sinceramente viene un po’ il dubbio se crederci o no, purtroppo. Avrei preferito fossimo sicuri i quello che promette ma gli ultimi fatti dicono il contrario. Il brutto è che tutto questo non lo farà smettere di fare quello che fanno. Sì perchè qui il problema non è tanto CA ma in generale il comportamento di Facebook. Mi va benissimo che tu non vuoi più far trovare i dati a CA ma allora tu dovresti essere il primo a dare il buon esempio però sai com’è, tu ci guadagni tanto  nel mostrare agli utenti le pubblicità personalizzate.

È naturale che qui si tratta solo ed esclusivamente di conflitto d’interesse.

I dati secondo me, come Amministratore di iTechBlog (e secondo CloudFlare, azienda di CDN) non Ono come molti dicono “un asset strategico”, al contrario sono “un asset tossico” dal quale liberarsi nel minor tempo possibile.

Quindi, voi che potete: Riprendetevi un po’ di Privacy. Lasciate Facebook.

Matteo S.
Matteo S.

Matteo è un informatico, lui ama tutte le cose informatiche. Matteo è il Founder e CEO di iTechBlog. Fa una scuola di Cinema e Comunicazione. È fondatore del Gruppo Telegram e a lui piace tanto aiutare!

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